Ho scoperto la WTA Functional Training Academy per caso, ma da quando ne sono entrata a far parte ha letteralmente stravolto la mia vita personale e professionale.
Ho scoperto la WTA Functional Training Academy per caso, ma da quando ne sono entrata a far parte ha letteralmente stravolto la mia vita personale e professionale.
Uno dei casi più rappresentativi da me trattati in questi anni come Personal Trainer WTA è quello di Simona una ragazza di 47 anni, operaia turnista.
Si presenta al nostro WTA Center con forti dolori lombari, dolori alla spalla e al braccio destro con grosse difficoltà di movimento di quest’ultimo, dolori al ginocchio e al piede destro.
Ogni volta che inizio a seguire un cliente, lascio spazio alla persona per raccontarmi quali siano stati i motivi per cui si rivolge al nostro centro: mai come in questo caso la sua storia personale è stata così importante.
Simona, fin dalla tenera età, deve affrontare il problema dell’obesità tanto che a 5 anni inizia un percorso di alimentazione mirato e seguito da un diabetologo ma, il problema non verrà risolto perché all’età di 16 anni sarà in sovrappeso di 20 kg.
Ancora minorenne, inizia a lavorare in una fabbrica e, durante un turno alla pressa a caldo, rimane incastrata con il braccio destro e la mano viene ripetutamente schiacciata sotto la leva.
A seguito dell’infortunio viene sottoposta ad un intervento di amputazione di tre dita (indice, medio ed anulare) e i tendini, essendosi retratti, sono stati reinnestati in modo da poter sostenere la mano.
Il decorso post operatorio è stato lungo e doloroso: l’immobilità, il trauma fisico ma soprattutto quello psicologico, la porteranno a mangiare in maniera compulsiva arrivando in poco tempo a prendere 40 kg
In seguito inizierà a manifestarsi una nuova patologia: la Bulimia (BED).
Nei successivi 10 anni, prenderà e perderà peso fino a raggiungere, all’età di 26 anni, 140 kg.
Contro il parere dei medici, psicologi e familiari si sottoporrà ad un in intervento di By Pass digiuno-ileale, ossia una riduzione dell’intestino, con la speranza di perdere finalmente peso (visti gli innumerevoli effetti collaterali di questo intervento, negli anni successivi si preferirà la gastroplastica, ovvero la riduzione del volume dello stomaco).
Una delle possibili complicanze di questo intervento erano i grossi episodi diarroici, infatti Simona arriverà ad avere anche 20/30 scariche giornaliere, impedendole di avere una vita sociale normale; nel primo mese sarà costretta a rimanere a letto ed arriverà a perdere 20 kg, mentre nei successivi 2 anni raggiungerà il peso di 85 kg.
Nei due anni successivi il peso si regolarizzerà ma, in seguito ad una dieta low carb, perderà altri 17 kg in 2 mesi, sentendosi però stanca, con i valori del sangue alterati e dovrà essere sottoposta a flebo di ferro e sali minerali per 6 mesi; da allora continua ad integrare la sua alimentazione con ferro e vitamine.
Negli anni a seguire continuerà con delle diete fai-da-te riportando il suo peso intorno agli 80/85 kg.
Seguendo le indicazioni del Metodo WTA, inizio con la valutazione visiva statica in cui si evidenzia scoliosi dorso-lombare verso sinistra, elevazione ed intrarotazione della spalla destra,
spalle disallineate, intrarotazione dell’anca sinistra, ginocchia in valgo (più marcatamente a destra), piedi piatti, ipotonia dei glutei e carico del peso decentrato a sinistra. Avendo manifestato grossi problemi legati all’alimentazione ed al peso, ho preferito non effettuare la valutazione plicomentrica e di BMI.
Non mi è stato possibile effettuare una valutazione motoria dinamica standard, in quanto si evidenzia uno stato acuto di dolore a livello del cingolo scapolo-toracico, sia in standing position sia in posizione supina, in quanto non è riuscita a sollevare il braccio destro oltre la spalla, unita ad una rigidità del tratto dorsale, del cingolo anca-bacino, una difficoltà di mantenimento delle quadrupedia ed un’impossibilità di stazionare in posizione di Plank e di Cobra.
Il livello emerso è quello di una principiante e viste le numerose problematiche decido di procedere con il Sistema RCF (Riprogrammazione Corporea Funzionale) focalizzando l’attenzione sul cingolo scapolo-toracico.
Gli obiettivi indicati da Simona in fase di anamnesi sono tanti ed importanti: primo fra tutti è quello di uscire dalla fase di dolore acuto e di immobilità del braccio destro, in quanto questa situazione la condiziona tantissimo a livello emotivo e nella sua vita quotidiana.
Successivamente le piacerebbe anche intraprendere un percorso specifico per la perdita del peso, abbinando all’allenamento anche un programma alimentare specifico, ma in questo momento non si sente pronta ad affrontare questo passo.
Durante il primo Mesociclo abbiamo lavorato sulla Joint Mobility con esercizi da in piedi e in posizione supina a terra, con una frequenza bisettimanale; in poche lezioni è riuscita a raggiungere la posizione overhead delle braccia in assenza di dolore (prima in Bridge in estensione d’anca statica, poi durante lo Slide Bridge).
Questo piccolo traguardo, le ha permesso di acquisire fiducia prima di tutto delle sue potenzialità, poi in me come Trainer e si è mostrata più disponibile a provare nuovi esercizi.
Abbiamo poi lavorato sugli esercizi in posizione prona, riuscendo ad eseguire in maniera fluida lo Spinal Wave e successivamente abbiamo introdotto l’utilizzo del Suspension Training per la Catena Anteriore, Anteriore-crociata, il Candelabro e Overhead.
Alla fine di questa fase abbiamo raggiunto il nostro primo obiettivo, cioè di ripristinare la mobilità dell’arto leso ed eliminare il dolore acuto allo stesso.
Nel secondo Mesociclo abbiamo mantenuto il lavoro di Joint Mobility e Suspension Training nel Warm Up integrandolo con esercizi del Primitive Functional Movement®, seguiti da un lavoro di carico nella Main Part col Suspension Training (come il Low Row ma non esagerando con l’inclinazione e le ripetizioni, vista la difficoltà sulla presa destra), Kettlebell Training, inserendo il Deadlift e il Goblet Squat, Core Training con Med Ball e Primitive, Sit Up e Plank in appoggio sui gomiti.
Il lavoro di carico le ha permesso di migliorare la stabilità, la coordinazione e la connessione dei due fulcri motori primari (anche e cingolo scapolare) e non per ultimo, di migliorare ulteriormente la fiducia in sé stessa. L’essere riuscita ad ottenere questi risultati, in un periodo relativamente breve, le ha permesso di migliorare la qualità della vita, eliminando in lei la paura di muovere e di reggere carichi con l’arto leso.
Il percorso con Simona procede ancora oggi con costanza ed entusiasmo; con il passare del tempo ha aumento la percezione del proprio corpo, acquisito maggiore forza sia nel cingolo scapolo-toracico- omerale, sia nel complesso anca-bacino.
Con l’aumento della fiducia in sé stessa, ha infine deciso di intraprendere un nuovo percorso alimentare seguita da un professionista del settore, vedendo anche in questo frangente i primi risultati, e abbiamo intrapreso un allenamento fisico specifico per il dimagrimento.