Ho conosciuto il Metodo WTA Functional Training® perché dopo anni di lavoro come preparatore fisico nel calcio a 11, sia dei settori giovanili che delle prime squadre a livello dilettantistico, cercavo un qualcosa che mi permettesse di lavorare sulla postura e sulla coordinazione generale, in maniera veramente efficace.
Questi aspetti li ho sempre considerati fondamentali per un calciatore, perché notavo in maniera sempre più esponenziale e rapida, la predisposizione in età evolutiva ad assumere posture errate, sia in fase statica che in dinamica in relazione sia alla pura tecnica calcistica che come risposta emotiva dei ragazzi, anche questo tassello molto importante e purtroppo carente che ho riscontrato, in chi non si vede riuscire anche in movimenti che richiedono una coordinazione semplice. Tanto più avendo constatato che non è continuando a far ripetere un gesto tecnico che il ragazzo migliora, tutto ciò mi ha portato a capire che la soluzione andava cercata più in profondità.
Altra caratteristica, altrettanto importante, a cui ero estremamente interessato e alla quale ho trovato risposta nel Metodo WTA Functional Training®, è la prevenzione ed il recupero degli infortuni, componente sempre più crescente non solo di natura traumatica diretta, essendone stato tra l’altro più volte vittima io stesso (da ex-calciatore), nonostante sia sempre stato un soggetto molto attento e maniacale riguardo alla fase di riscaldamento. Mi serviva propio un qualcosa che mi facesse fare un salto di qualità e precisione nell’allenamento.
Sono sempre stato curioso ed aperto ad imparare dagli altri e mi sono sempre guardato attorno e documentato, ma alla fine vedevo bene o male sempre le solite cose e l’aspetto che più mi colpiva era che chi gestiva ragazzi che alla prima occhiata erano strutturalmente e dinamicamente più completi, in società più blasonate della mia, non era frutto tanto di un lavoro qualitativamente diverso dal mio, ma bensì di una autentica “selezione sistematica”.
Tutto questo finché un giorno, mi è capitato di vedere casualmente su youtube un video del Master Trainer Emilio Troiano che eseguiva un circuito di “Primitive Functional Movement®“, e vidi più alternanza di schemi motori nei sui 5 minuti di video che in 90 dei miei ragazzi di 14/15 anni sul campo, e tra me a me pensai anche in maniera semplicistica “magari i ragazzi si divertono pure, e con sto continuo rotolarsi a terra mi diventano anche meno fighettini”.
E così fu, mi informai, mi iscrissi e partecipai ai primi corsi di formazione Istruttore di WTA Functional Training® e Primitive Functional Movement® per l’appunto, ed in pochi mesi stravolsi tutto il mio modo di vedere, pensare ed agire. Lo portai sul campo e vidi subito dei cambiamenti sia coi ragazzi e sia con gli adulti e quello è stato il punto di partenza di un nuovo modo di concepire la preparazione fisica. Avevo trovato quello che cercavo!
Nata per caso e per una serie di coincidenze di cose, fui contattato dalla società “Italgirls Breganze”, militante in serie C, nella persona del presidente Azzolin e dell’allenatore Marulli, che erano alla ricerca di una figura di Preparatore Atletico, con la prospettiva di un progetto giovane che fosse mirato alla costruzione di calciatrici di prospettiva, per diventare magari riferimento per società di categorie superiori. Essendosi dimostrati entusiasti e molto convinti del progetto, accettai molto volentieri, visto che mi si dava piena fiducia e possibilità di lavorare senza le pressioni e diffidenze tipiche dell’ambiente calcistico medio.
Come da protocollo del Metodo WTA mi sono concentrato fin da subito sulla Valutazione delle atlete attraverso i test di mobilità, stabilità, propriocezione e coordinazione, e tramite un’anamnesi riguardo eventuali problematiche fisiche, complete di profilo storico di infortuni ed esperienze di allenamento precedenti (per capire l’effettiva esperienza motoria differente tra i vari soggetti).
Dopo questa prima fase di valutazione iniziale, la prima settimana l’ho passata ad analizzare bene il loro modo di muoversi in campo (postura dinamica), le loro limitazioni neuro-muscolari (forza), mi sono documentato su tempistiche e regolamenti che lo sport in esame richiedeva (sistema energetico prevalente chiamato in causa) e misure e superfici dei vari campi di gioco che avremmo calcato, il motivo di quest’ultimo è molto semplice, a differenza del calcio a 11 da cui arrivavo l’impatto del terreno sulle articolazioni è devastante non solo sulle più distali, le caviglie, dovute ad una rigidità troppo marcata dei due fulcri articolari (coxo-femorale e scapolo-omerale-toracico), la debolezza del “Core” rilevata nelle fasi di movimento porta ad uno scollegamento tra la parte superiore ed inferiore del corpo. Questo evidenziava fin da subito ad una rapida osservazione, la mancanza di coordinazione nel gesto tecnico ed un innaturale sovraccarico dell’articolazione del ginocchio. Inoltre le misure ridotte del campo esasperano ulteriormente la richiesta di accelerazioni, decelerazioni e cambi di direzione, indipendentemente dalla fase di gioco, cosa che aggravava ulteriormente la complessità degli schemi motori nel calcio a 5.
Dati alla mano il gruppo era composto da due elementi di trent’anni con esperienza di categoria superiore e tutto il resto da ragazze tra i 17 e i 22 anni con squilibri fisici e coordinativi tipici dell’età, dovuti a posture errate e sfera emotiva. Dai test eseguiti emergeva nella valutazione delle catene mio-fasciali, una generale rigidità in quella posteriore, la debolezza di quella mediale e un’approssimazione nei movimenti a carico delle catene spiraliformi, dovuta ad una pressoché assoluta mancanza di allenamento sul piano di movimento trasverso.
Per quanto riguarda la mobilità articolare c’era una generale instabilità delle ginocchia e una marcata rigidità delle caviglie, un range articolare dell’anca molto limitato sia in flessione ed estensione che in intra ed extra-rotazione. Questo dovuto molto alla specificità calcistica dei campi di calcio a 5 che portando ad avere spazi ridotti in cui effettuare i movimenti di sterzata per saltare l’avversario, porta ad una intrarotazione quasi permanente (nei maschi questa è ancora più marcata) e quindi predispone il ginocchio a sovraccarichi in valgismo, movimenti che oltre ad essere predisponenti la rottura del legamento crociato anteriore, comportano debolezza nei muscoli adduttori e un’accorciamento degli ileopsoas, con principi di patologie infiammatorie pubiche.
Considerando questo punto di partenza, ho deciso di iniziare con una Programmazione dell’Allenamento volta al recupero di questi squilibri posturali e biomeccanico-motori, attraverso dei protocolli di lavoro del Sistema RCF Riprogrammazione Corporea Funzionale del Metodo WTA, atto a recuperare mobiltà, stabilità e propriocezione delle articolazioni, permettendo alle calciatrici di prendere consapevolezza di come effettuare i movimenti globali del corpo nei tre piani di movimento nello spazio, spiegando loro che questo le avrebbe portate a conoscersi ed esprimersi meglio anche nei movimenti calcistici in campo. Attraverso l’utilizzo dell’Allenamento in Sospensione al Flying in soggetti neofiti, li ha aiutati molto perché gli ha permesso di comprendere bene la connessione tra i due fulcri motori primari del movimento del corpo (anche e cingolo scapolare), tramite l’attivazione e il controllo dell’area centrale del corpo, il Core, mentre attraverso il Primitive Functional Movement® abbiamo lavorato bene sul recupero dei range di mobilità articolare dei fulcri primari, mentre si stabilizzavano i fulcri complementari, in particolare le ginocchia, le caviglie e la colonna vertebrale.
L’insieme di questi due mezzi allenanti (Primitive e Flying), mi ha permesso anche di lavorare bene a livello muscolare, senza sovraccaricare le strutture articolari deficitarie. Cosa che posso dire ho visto fare molto poco anche a squadre di Serie A che si allenavano sullo stesso campo prima di noi. Col tempo sono riuscito a fare anche dei lavori più personalizzati per ottimizzare ulteriormente la risposta all’allenamento.
Durante la stagione ho avuto a che fare anche col recupero di alcune calciatrici da infortuni da trauma diretto, sempre grazie all’utilizzo del Sistema RCF, ottenendo degli ottimi risultati ed al momento senza ricadute, cosa tutt’altro che scontata.
Altro tassello importantissimo è stato l’inserimento nella fase di Cool Down di esercizi di detensionamento mio-fasciale e di mobilità articolare a termine prestazione fisica (allenamento e partita), che oltre ad un beneficio in fase di recupero e salvaguardia delle calciatrici da infortuni muscolo-articolari, ha permesso di aumentare i volumi di lavoro sul campo, con risposte prestazionali già in breve tempo. Non è stato semplice far comprendere alle calciatrici l’importanza del Cool Down, perchè lavorare anche a fine seduta o partita non piace molto alle calciatrici, specie se non erano abituate a farlo in precedenza, ma i risultati sono stati dalla nostra parte. Tutto questo ci ha permesso, nonostante una rosa ridotta rispetto ad altre squadre, di affrontare più di trenta gare senza lesioni muscolari che impedissero la presenza delle giocatrici alle partite!
Dall’analisi del modello prestato richiesto nel Calcio a 5, si evinceva che il sistema energetico prevalente è quello Anaerobico Lattacito e che il fatto di avere sostituzioni illimitate dava al tempo effettivo di campo anche la possibilità di recuperi lunghi nell’arco della gara e che quindi avrei potuto lavorare sulla Resistenza alla Velocità ma anche sulla Resistenza alla Potenza (visti gli spazi ridotti è fondamentale quella frazione di secondo in più, oltre che permetterci di sostenere duelli anche con avversari più fisici) con intensità più alte, vista la possibilità di recupero.
Devo dire che ho dovuto portare le calciatrici con gradualità nel Mondo dell’Allenamento Funzionale WTA, visto il forte scetticismo iniziale, ma poi si sono decisamente convinte con la prima importante vittoria dopo 21 giorni di lavoro, vittoria che è avvenuta grazie propio ad una condizione fisica decisamente superiore alle avversarie per tutta la durata della gara!
Grazie all’applicazione del Metodo WTA sono migliorate in forza, mobilità, agilità, propriocezione e stabilità dell’intero corpo grazie anche al grande lavoro di potenziamento del Core.
Nei Mesocicli successivi ho trasformato il lavoro precedente, specializzandolo sui parametri di velocità e potenza per poi alternarli.
Il tutto ha trovato grande applicazione nella tipologia di calcio richiesta dall’allenatore basato sul dominio del possesso palla e sull’aggressività, per cui tutte queste doti sono state esaltate alla grande!!!
E’ stata un’avventura davvero impegnativa, portare le calciatrici nel Mondo dell’Allenamento WTA. Non è stato facile perché a loro sembra tutto troppo complicato per la maniacale attenzione ai particolari tecnici riguardo il movimento del corpo, ma se lo pratichi e lo trasmetti bene, anche il più scettico ne coglie oltre a quello fisico anche l’aspetto allenante sul piano mentale. L’estrema concentrazione nell’essere sempre attenti ai dettagli delle attivazioni muscolari e delle sequenze motorie portate ad alta intensità, risulta fonte di accrescimento per l’atleta, perché l’intensità deve essere soprattutto mentale se la si vuole riproporre in campo, portando ad esprimersi al massimo del proprio potenziale!
L’autostima e la consapevolezza che viene dal frutto del lavoro che il calciatore riscontra sul campo, fa veramente la differenza ai fini del risultato e ci riesci solo se gli fai capire che è lui al centro di tutto, la cosa più importante, non le nostre ambizioni o brame di vittoria. E’ stato un enorme passo che ho fatto solo in questa esperienza, da quando effettivamente ho messo “l’individuo al centro” e non il risultato finale!
Risultati sportivi conseguiti in un anno e mezzo di lavoro con la squadra:
- VITTORIA SUPERCOPPA VENETO DI CATEGORIA 2018/19
- 2° POSTO STAGIONE 2018/19
- VITTORIA PLAYOFF REGIONALI 2018/19, CON PARTECIPAZIONE AI NAZIONALI
- VITTORIA COPPA VENETO DI CATEGORIA 2019/20
- 1° POSTO STAGIONE 2019/20 (stagione bloccata per Covid-19)
- SUPERAMENTO PRIMA FASE DI COPPA ITALIA 19/20 (poi bloccata anch’essa per Covid-19)