- 1 - L'Italia fuori dai Mondiali per la seconda volta consecutiva nelle ultime edizioni, una disfatta senza precedenti!
- 2 - Ma dove risiedono le motivazioni di questo crollo del calcio italiano rispetto ad altre nazioni europee?
- 3 - In che condizioni è arrivata la Nazionale di calcio a giocarsi l’accesso alla prossima edizione dei Mondiali
- 4 - E allora chi sono i veri responsabili di questo fallimento internazionale?
- 5 - Non è ancora chiaro? E allora torniamo agli insuccessi dei club di Serie A negli ultimi 5 anni in Europa
- 6 - Gli infortuni infatti non sono casuali, non sono legati alla sfortuna!
- 7 - L'intensità atletica che serve nel calcio moderno di alto livello è ben altra cosa!
- 8 - Non è mai tardi per porre rimedio ai propri errori!
L'Italia fuori dai Mondiali per la seconda volta consecutiva nelle ultime edizioni, una disfatta senza precedenti!
La recente mancata qualificazione della Nazionale Italiana di calcio, alla prossima edizione dei Campionati Mondiali, ha lanciato uno sconforto generale non solo nei tifosi di calcio nostrani più incalliti, ma anche in tutti coloro che vedono nelle partite della Nazionale un momento di aggregazione e condivisione nazionalistica.
Specie in quella generazione (come la mia), che ha potuto vivere l’Italia come assoluta protagonista ai Mondiali dagli anni ’80 al 2010, con la gioia di ben due vittorie nel 1982 e nel 2006.
Se pensiamo come invece ci sia ora un’intera generazione di ragazzi, che purtroppo non potrà vivere le emozioni dell’Italia ai Mondiali, per ben due edizioni consecutive, da Russia 2018 all’edizione dopo Qatar 2022, quindi si arriva al 2026 con ben 8 anni totali, comprendiamo bene come ci sia un problema radicale da risolvere non solo per i vertici federali FIGC, ma per tutto lo sport italiano.
Effettivamente se il calcio è lo sport nazionale in Italia, con una tradizione di 4 vittorie dei Mondiali, che la pongono al secondo posto nell’Albo d’Oro a pari merito con la Germania, dopo il Brasile (5 titoli mondiali), aspettarsi una presenza costante dell’Italia ai Mondiali di calcio è più che lecito, non solo da parte degli Italiani, ma anche da parte di tutti i tifosi di calcio nel mondo!
Evidentemente la recente vittoria dei Campionati Europei dopo oltre 50 anni, è stata frutto più di una straordinaria compattezza di un gruppo di persone (il tecnico Mancini e i suoi calciatori), che di valori complessivi superiori agli avversari (vittoria ai calci di rigore in semifinale e in finale).
D’altra parte anche a livello di club, chi segue il calcio italiano come tifoso/appassionato, e addirittura anche chi ci lavora dall’interno, non si spiega come mai le migliori squadre di Serie A non riescano a competere degnamente nelle competizioni europee.
I numeri dicono che nelle ultime 5 stagioni solo l’Atalanta è riuscita ad ottenere risultati decenti in Europa, ed il fatto che sia una delle squadre che per rosa e blasone, sulla carta dovrebbe essere nettamente inferiore a tante altre, una su tutta la Juventus, la dice lunga sul livello del calcio italiano degli ultimi anni.
Ma dove risiedono le motivazioni di questo crollo del calcio italiano rispetto ad altre nazioni europee?
E solo una questione di potere economico che vede la Premier League, le big spagnole, il Bayern Monaco e il PSG tra le protagoniste europee?
Beh, a giudicare dai risultati ottenuti in Europa ad esempio da quella che per potere economico dovrebbe essere la prima della classe in Serie A, la Juventus, la quale nelle ultime 4 stagioni è stata eliminata da Ajak, Lione, Porto e Villareal, squadre ben al di sotto come parco giocatori e valore della rosa, evidentemente le ragioni di questo fallimento sono da ricercarsi altrove!
In questo articolo vi parlerò di quella che a mio avviso è la vera motivazione alla base del fallimento del calcio italiano nei confronti internazionali, una motivazione di cui non parla nessuno, per un motivo molto semplice: pochi conoscono a fondo questo argomento e quei pochi non hanno alcun interesse personale ad ammetterlo, tutt’altro, perché ne sono parte in causa!
In che condizioni è arrivata la Nazionale di calcio a giocarsi l’accesso alla prossima edizione dei Mondiali
La domanda da farsi è proprio questa.
Se la Nazionale non è altro che un insieme di calciatori delle squadre di club di Serie A (ad eccezione per Jorginho del Chelsea, Verratti del PSG ed Emerson del Lione), con un campionato di Serie A iniziato a fine Agosto 2021, fino ad arrivare a fine Marzo 2022, con ben 7 mesi di lavoro alle spalle, come è possibile arrivare alla fase determinate per l’accesso all’evento più importante della stagione, con i 5 migliori calciatori della rosa, indisponibili per infortunio, e con il restante gruppo totalmente fuori forma fisica?
Analizzando il tasso tecnico dei migliori calciatori italiani, vediamo 4 difensori titolari della squadra, assenti per infortunio (Bonucci, Chiellini, Spinazzola, Di Lorenzo), i due migliori talenti nel reparto offensivo assenti per infortunio (Chiesa, Zaniolo), i due migliori calciatori del centrocampo di caratura internazionale, Verratti e Jorginho, che giocano (e si preparano fisicamente) in altri campionati (Verratti in Francia e Jorginho in Inghilterra).
In poche parole, se togli 6 titolari su 11 ad una squadra già di non livello tecnico top rispetto a molte altre, stai fortemente limitando le possibilità di successo della squadra. Se poi il livello di forma fisica del restante gruppo (pensate a calciatori come Barella che fanno dell’intensità agonistica la loro chiave di successo), è scarso, è presto spiegato come una nazionale mediocre come la Macedonia del Nord abbia avuto la meglio su di te!
Molti dicono (lo stesso Allenatore Mancini) che la Nazionale Italiana avrebbe dovuto qualificarsi ai gironi, senza essere dovuta arrivare agli spareggi, ma dimenticano come sia da inizio Campionato di Serie A 2021/22 che la Nazionale abbia giocato regolarmente senza i suoi migliori calciatori assenti per infortunio e col resto della rosa in scarse condizioni atletiche!
E allora chi sono i veri responsabili di questo fallimento internazionale?
Per rispondere a questa domanda che dovrebbe farsi anche la Federazione Italiana FIGC, il CONI e tutto lo Sport italiano, basta rispondere ad altre tre semplici domande:
Domanda 1:
Dove si sono allenati i calciatori della Nazionale Italiana da Agosto 2021 a Marzo 2022?
Risposta:
Nei rispettivi club di appartenenza di Serie A (a parte Jorginho nel Chelsea, Verratti nel PSG ed Emerson nel Lione).
Domanda 2:
All’interno dello Staff delle squadre di Serie A, chi è deputato (e pagato) per prevenire gli infortuni dei calciatori della rosa?
Risposta:
I Preparatori Atletici in concerto con i Fisioterapisti (per cui lo Staff Tecnico e lo Staff Medico).
Domanda 3:
All’interno dello Staff delle squadre di Serie A, chi è deputato (e pagato) per incrementare i livelli di intensità fisico-atletica dei calciatori della rosa?
Risposta:
I Preparatori Atletici in concerto con gli Allenatori (per cui lo Staff Tecnico).
Quindi, è responsabilità dello Staff della Nazionale se non hanno avuto a disposizione i calciatori italiani migliori?
No, è responsabilità di chi li ha allenati per 7 mesi, gli staff dei club di Serie A.
E’ responsabilità dello Staff della Nazionale se i calciatori che hanno avuto a disposizione si sono presentati in scarse condizioni fisiche?
No, è responsabilità di chi li ha allenati per 7 mesi, gli staff dei club di Serie A.
Non è ancora chiaro? E allora torniamo agli insuccessi dei club di Serie A negli ultimi 5 anni in Europa
Mi riferisco alla pochezza della preparazione atletica delle squadre di calcio italiane (ad eccezion fatta per l’Atalanta, l’unica squadra che in questi anni ha dimostrato un’intensità a livello delle squadre europee).
Prenderò come esempio la Juventus, in quanto per forza societaria, investimenti e struttura all’avanguardia in Italia, dovrebbe essere in pianta stabile tra le prime 4 big d’Europa e che invece puntualmente fallisce miseramente anno dopo anno, nonostante il continuo cambio di allenatori e giocatori.
Come tifosi di squadre italiane, abituati all’attuale basso livello della Serie A, quando si guardano partite di Champions League, si rimane subito colpiti da quanto veloce e dinamico sia il calcio europeo. E non sono solo le squadre di campionati che da sempre hanno puntato sulla componente fisica a colpirci sotto questo profilo, come le squadre inglesi e quelle tedesche. Purtroppo oggi trovare una squadra di Champions League che sia inferiore come intensità in campo alle italiane, è cosa ben rara. Lo dimostra la Juventus che nelle ultime 4 edizioni della Champions League è stata eliminata da una olandese (Ajax), una francese il Lione (allora sesta in Lega Francese), una portoghese (Porto) e una spagnola (settima in Liga Spagnola).
Ma non è solo la scarsa capacità di esprimere intensità in campo ad aver contraddistinto il cammino europeo della Juventus di questi ultimi 4 anni. Altro grosso problema riguarda lo spropositato numero di assenze per infortuni di giocatori potenzialmente titolari e quindi determinanti per il gioco della squadra, assenze che sono state esagerate per tutta la stagione, ma che hanno avuto un’incidenza costante nel periodo chiave della stagione, alle fasi eliminatorie.
Quello che nessuno dice o che nessuno vuole dire, preferendo addossare le colpe ad altri fattori, è che sia la prevenzione degli infortuni che lo sviluppo dell’alta intensità in campo sono caratteristiche che si possono e si devono allenare con criterio durante la preparazione atletica stagionale!
In altre parole, è solo un certo tipo di preparazione atletica che è in grado di “aumentare i giri del motore” dei calciatori e di creargli una struttura muscolo-articolare solida tale da evitare lesioni muscolari, tendinee e legamentose!
Chi ha studiato la Fisiologia e la Biomeccanica del corpo umano, e ne ha compreso realmente il funzionamento in relazione alla preparazione atletica, dovrebbe ben sapere come per correre più veloce e avere più resistenza per più tempo, nonché per essere più agili, mobili, stabili e coordinati, bisogna allenare i calciatori con un metodo globale e funzionale.
Non ci sono altre strade!
Ma purtroppo la stragrande maggioranza delle squadre italiane, inclusa la Juventus, utilizzano metodi di preparazione atletica obsoleti, che non solo non considerano il condizionamento dei calciatori in modo da attivare tutti i muscoli in sinergia assieme (nel rispetto dei gruppi funzionali e delle catene cinetiche), ma fa esattamente il contrario, ovvero allenano i muscoli separatamente “a compartimenti stagni” e senza una logica di attivazione cinematica, l’unica in grado di prevenire lesioni in movimento e di incrementare l’efficacia dei movimenti in campo ad alta intensità.
Di conseguenza questi metodi di allenamento arcaici non solo non permettono ai calciatori di esprimersi ad alta intensità, ma gli creano anche dei deficit neuro-motori che poi si traducono in infortuni fisici che li portano alle assenze dalle partite.
Gli infortuni infatti non sono casuali, non sono legati alla sfortuna!
Il settore medico e fisioterapico di una società di calcio di alto livello come la Juventus, dovrebbe ben sapere come solo gli infortuni da Trauma Diretto, sono inevitabili e quindi legato alla sfortuna. Per intenderci sono quegli infortuni che avvengono quando il calciatore subisce un intervento scomposto e lesivo da parte di un avversario. L’esempio di questa stagione è l’infortunio di McKennie al piede, ed è il solo infortunio da trauma diretto che ha avuto la Juventus in questa stagione!
Gli infortuni da Trauma Diretto nel calcio, sono meno del 20% in una stagione (dati da statistiche UEFA a seguito di studi scientifici degli ultimi 15 anni), quelli su cui si deve focalizzare il lavoro dello staff atletico della squadra è la prevenzione di tutti gli altri infortuni, quelli da Trauma Indiretto (circa il 50%) e da Stress/sovraccarico (il restante 30%).
Gli infortuni da Trauma Indiretto sono quelli nei quali il calciatore subisce una lesione importante ad esempio a livello dei legamenti del ginocchio a seguito di una distorsione del ginocchio stesso, ma senza che nessun avversario entri in contatto diretto con esso.
Ad esempio la lesione con rottura del LCA di Chiesa e la lesione con rottura del tendine rotuleo di Kaio Jorge.
Ma rientrano in questa classificazione di infortuni da Trauma Indiretto anche tutte le lesioni muscolari, stiramenti (di primo, secondo e terzo grado) che avvengono durante un movimento del calciatore, senza contatto con l’avversario.
E nella Juventus i casi sono innumerevoli, da Chiellini, Bonucci, Danilo, Dybala, Zakaria, Bernardeschi, Alex Sandro, Morata ecc ecc.
Molti dei quali anche con recidive causate da un errato recupero degli infortuni stessi, colpe che cadono sia sullo staff dei fisioterapisti che dei preparatori fisici che si occupano della riatletizzazione, in quanto evidentemente utilizzano tecniche totalmente inefficaci!
La terza categoria è quella degli infortuni da Stress/sovraccarico, e in questa rientrano tutte le infiammazioni acute e croniche che poi portano i calciatori all’impossibilità a giocare, quali la Pubalgia, la Tendinite Rotulea, la Tendinite Achillea, la Fascite Plantare, le Lombalgie, le infiammazioni alla spalla (grosso problema per i portieri).
Anche queste infiammazioni dipendono da un errata preparazione atletica e in particolare da una errata valutazione motoria dei calciatori a livello posturale. Avere infatti un assetto posturale errato, con scarsa mobilità articolare dei due fulcri di movimento primari del corpo umano (cingolo pelvico-anche e cingolo scapolo-omerale-toracico), porta il corpo ad assumere delle errate posture durante l’esecuzione dei movimenti in campo, che si traducono in sovraccarichi disfunzionali di determinate aree/articolazioni (inguine nell caso della Pubalgia, ginocchia nel caso della Tendinite Rotulea, caviglia nel caso della Tendinite Achillea e della Fascite Plantare, rachide lombare nel caso delle Lombalgie e cingolo scapolare nel caso delle infiammazioni alle spalle).
La domanda da porsi è:
se gli infortuni da attribuire al caso e alla sfortuna riguardano solo ed esclusivamente quelli da Trauma Diretto, che sono meno del 20% in una stagione per una squadra professionistica di Serie A, come mai gli staff atletici e medici non riescono a tenere sotto controllo il restante 80% di possibili infortuni?
Stiamo parlando del loro lavoro, stiamo parlando di quello che sono pagati per fare, prevenzione infortuni e preparazione atletica ad alta intensità. E stiamo parlando di infortuni che avvengono senza alcun contatto con l’avversario, e che quindi non sono da attribuire al caso e alla sfortuna!
E allora da cosa dipendono questo infortuni da Trauma Indiretto e da Stress/sovraccarico?
Il calciatore non è altro che una persona che per necessità specifiche dello sport in cui compete, il calcio per l’appunto, deve portare la sua struttura fisica ad un livello di performance tale da reggere il confronto con gli avversari, spingendosi al limite, ma senza sforare questo limite, poiché se lo fa, poi incorre in malfunzionamenti che lo portano ad arrestarsi.
Esattamente come una macchina quando viene spinta al massimo, anche il corpo umano di un qualsiasi atleta, incluso il calciatore, è soggetto a questa legge che per quanto banale, è risolutiva!
E allora vi sognereste mai di prendere la vostra macchina e tirarla al massimo senza averla preparata con un ottimale assetto e un perfetto funzionamento del motore?
Secondo voi è possibile per un calciatore potersi esprimere al massimo del proprio potenziale tecnico, in un calcio così fisico e intenso come quello attuale, senza aver riequilibrato la propria postura e senza aver costruito un alto livello di performance atletica, tale da permettergli l’espressione di alta intensità in campo, mantenendo la lucidità per controllare il proprio corpo in qualsiasi movimento che fa in campo, senza subire lesioni da scarsa padronanza dei movimenti?
Basta vedere come la Juventus effettua non solo le sedute di preparazione atletica, ma anche qualsiasi allenamento anche tecnico, dove non c’è alcuna preparazione posturale e di attivazione biomeccanica che tenga in considerazione i range di movimento completi delle articolazioni e gli allineamenti corporei in catena cinetica, per comprendere inequivocabilmente dove risiedono le cause per cui un calciatore subisca una lesione muscolare mentre corre, una lesione ai legamenti mentre fa un cambio di direzione e una lesione al tendine rotuleo mentre decelera dopo un’accelerazione!
L'intensità atletica che serve nel calcio moderno di alto livello è ben altra cosa!
E vogliamo parlare di come nella Juventus pretendono di costruire l’intensità fisica? Di come pretendono di poter competere con l’intensità espressa in Champions League?
Se sai che l’intensità deriva da quanti livelli di forza neuro-muscolare costruisci, dovresti sapere anche che devi allenare e mantenere allenata la forza durante tutta la stagione, ad alti livelli, se vuoi avere di riflesso la possibilità di esprimere alti livello di velocità, rapidità, potenza e resistenza.
E parliamo di alti livello di Resistenza alla Velocità, ciò di cui ha bisogno il calciatore per competere per oltre 90 minuti di una partita, nella quale deve pressare l’avversario per recuperare palla, deve correre per smarcarsi di continuo per ricevere palla, deve sprintare per finalizzare un’azione ecc ecc.
In poche parole deve essere in grado di soddisfare tutte le richieste tecniche e tattiche che gli chiede l’allenatore in campo!
Se si pretende dal calciatore di fare determinate cose in campo, bisogna prima metterlo nelle condizioni fisiche per farlo!
E invece gli allenamenti ai quali vengono sottoposti i calciatori della Juventus, a livello di forza e di intensità, sono ben al di sotto degli standard europei. E sfido chiunque a dimostrare il contrario!
E vi ricordo che è sempre il campo il giudice finale, è sempre il campo che dimostra se quello che fai funziona o meno. La Juventus nonostante avesse un parco giocatori di valore superiore agli avversari, non solo è stata eliminata agevolmente, ma è stata schiacciata fisicamente e ha avuto sempre numerose assenze per infortuni, determinati sotto il profilo tecnico!
Ma a questo punto la domanda sorge spontanea, ma allora come mai i preparatori atletici non riescono a potare i calciatori ad un livello di intensità pari alle squadre avversarie in Europa, e a mantenere i calciatori lontani dagli infortuni da Trauma Indiretto e da Stess/sovraccarico? Come mai falliscono miseramente anno dopo anno, nonostante siano pagati dalla società proprio per portare i calciatori a competere atleticamente coi loro avversari e per renderli disponibili per tutto il periodo dell’anno?
La risposta risiede nei loro percorsi formativi, e li che si vede da dove traggono gli strumenti per operare nella loro professione. Un preparatore atletico di Serie A deve essere laureato in Scienze Motorie e deve aver acquisito il patentino da Preparatore Atletico dalla FIGC.
Bene, allora basta andare a vedere in dettaglio il piano di studi di Scienze Motorie e del corso di Coverciano, e per chi ne capisce un minimo della materia, è presto spiegato il perché poi questi preparatori atletici utilizzino metodi obsoleti e per nulla efficaci a sostenere l’intensità richiesta nel calcio europeo moderno e per nulla efficaci nel prevenire gli infortuni! E anche su questo sfido chiunque a dimostrare il contrario!
Nei miei oltre 12 anni come formatore di tecnici dell’esercizio fisico, ho avuto molti corsisti preparatori atletici di Serie A, e ho trovato sempre grosse carenze non solo a livello teorico, ma anche a livello pratico nell’esecuzione degli esercizi sotto il profilo tecnico e posturale.
Sono gli stessi preparatori atletici che hanno problemi posturali, di mobilità articolare e di biomeccanica esecutiva degli esercizi.
Mi spiegate come possa essere possibile poi per loro andare ad insegnare gli esercizi ai calciatori che allenano? Sono loro stessi che hanno grosse carenze tecnico-didattiche che poi li porta a non considerare l’importanza delle caratteristiche chiave che ho spiegato fin qui, sotto il profilo dell’intensità e della prevenzione infortuni!
Non è mai tardi per porre rimedio ai propri errori!
A questo punto la domanda sorge spontanea:
come mai le società non si rendono conto della totale inadeguatezza dei loro preparatori atletici?
Come mai nonostante gli scarsi risultati atletici e l’altissimo numero di infortuni che hanno stagione dopo stagione, questi preparatori atletici non vengono mai messi in discussione e continuano a creare danni su danni per milioni di euro alla loro stessa società che li paga?
Ebbene, secondo voi i dirigenti di una società di calcio, i direttori sportivi o gli allenatori, hanno le competenze tecniche per poter mettere in discussione l’operato dei loro preparatori atletici, laureati e patentati?
E allora le società di calcio italiane sono ostaggio dei preparatori atletici, della loro scarsa competenza nella propria professione?
Traetene voi le conclusioni!
Io per mia esperienza diretta in questi anni nei quali ho potuto parlare con Dirigenti, Direttori Sportivi, Medici e Allenatori di squadre di Serie A, posso dimostrare come da parte loro sia molto più comune difendere il proprio staff, che hanno scelto loro e che poi col tempo diventa loro amico, piuttosto che accusarli di scarso rendimento per ciò che invece rientra nelle loro competenze e responsabilità!
Finché il modus operandi rimarrà questo, per la Juventus e per tutto il calcio italiano inclusa la Nazionale, non si arriverà mai alla soluzione di questa disparità col calcio europeo e mondiale, nonostante avere calciatori sani e performanti, utilizzando le giuste strategie di preparazione fisica, sia estremamente semplice ed appagante!