19/04/2019

Il Sistema R.C.F nel recupero di una lussazione posteriore e frattura del Trochite della Spalla

di Domenico Di Benedetto
Indice

R.C.F. una vera svolta lavorativa!

Questo articolo vuole testimoniare la mia esperienza nell’applicazione di un metodo di recupero funzionale post-traumatico che si differenzia da quello tradizionale per tipologia di lavoro, tempistiche e modalità di esecuzione, il Sistema R.C.F. Riprogrammazione Corporea Funzionale® della WTA Functional Training Academy.

Nel Marzo del 2014 ho avuto modo di partecipare a un corso di formazione della WTA Functional Training Academy tenuto dai Docenti il Dr. Lorenzo Patriarca (Fisioterapista ed Osteopata) e il Master Trainer Emilio Troiano, alla fine del quale, dopo aver sostenuto e superato nei due mesi successivi un esame teorico e pratico, sono stato qualificato come Istruttore di R.C.F. Riprogrammazione Corporea Funzionale®.

In sintesi questo Metodo di lavoro permette di ottimizzare l’utilizzo delle strutture corporee fondamentali alla corretta gestione della postura, nei movimenti della vita quotidiana e nelle attività sportive, e il ripristino delle stesse a seguito di scompensi posturali e di infortuni.

La componente sulla quale si agisce principalmente con l’RCF è la mobilità articolare globale, con particolare attenzione alle catene mio-fasciali e al sistema propriocettivo.

Tutto ciò ben si differenzia dal vecchio concetto di riabilitazione mirato ad un solo distretto corporeo che prevede un allenamento segmentario.
L’obiettivo del Sistema RCF è quello di ottenere una sincronia di tutte le componenti strutturali e neuro-motorie, considerando il corpo nella sua globalità.

Da quando mi sono certificato come Istruttore di RCF sto applicando con grande successo questo Sistema su clienti afflitti da svariate problematiche, ma in questo articolo voglio soffermarmi sul caso di una cliente che ha riportato una lussazione di spalla.

La spalla un’articolazione estremamente complessa

La spalla per la sua funzione e costituzione è un’area del corpo estremamente complessa. Innanzitutto è costituita da 5 articolazioni, tra cui la principale è chiamata scapolo-omerale o gleno-omerale, in quanto mette in comunicazione la testa dell’omero con la cavità glenoidea della scapola. L’insieme di queste cinque articolazioni, azionate da numerosi muscoli fa della spalla “l’articolazione” più mobile del nostro organismo. Tutta questa mobilità permette l’esecuzione di movimenti molto complessi ma diminuisce la stabilità dell’intera regione. L’articolazione della spalla è comunque protetta da numerose strutture anatomiche stabilizzatrici tra cui quelle muscolo-tendinee che formano la cuffia dei rotatori e da diversi legamenti.

In particolari situazioni, come una forte contusione, tale protezione non riesce ad impedire che la testa dell’omero fuoriesca dalla sua normale sede, senza ritornarci spontaneamente. Si parla in questi casi di lussazione della spalla o lussazione gleno-omerale. Questa importante articolazione può essere colpita da due diverse tipologie di lussazione. La più frequente (95%) dei casi è la lussazione anteriore, in cui l’omero viene deviato in avanti ed in basso, più rara e complessa da trattare è la lussazione posteriore.

La lussazione è un evento traumatico che causa la perdita dei rapporti reciproci tra i capi articolari dell’articolazione stessa. Lo slittamento dell’estremità ossea è consentito dalla rottura, almeno parziale, della capsula e dei legamenti che stabilizzano l’articolazione. Talvolta a tali lesioni si associano quelle della cartilagine articolare, vasi sanguigni, nervi, componenti ossee e cute.

Quadro di riferimento

Cause e fattori di rischio

La lussazione della spalla è un trauma piuttosto comune negli sport da contatto e si rileva più frequentemente negli uomini rispetto alle donne e nei giovani rispetto agli anziani. I meccanismi lesivi sono diversi ma tutti riconducibili ad un forte evento traumatico che fa dislocare l’omero dalla sua sede naturale:

– caduta in appoggio su braccio extraruotato (lussazione anteriore);

– forte trauma su braccio intraruotato ed addotto (lussazione posteriore);

– caduta sul versante laterale della spalla;

– violento strattonamento del braccio all’indietro.

Sintomi

Impossibilità di movimento, il braccio rimane penzolante, extra ruotato (lussazione anteriore), intraruotato (lussazione posteriore) e vicino al corpo. Dolore violento.

Diagnosi

La diagnosi di lussazione spesso è immediata, dato che il danno articolare è ben visibile. Tuttavia per un quadro clinico completo è bene sottoporsi, prima del riposizionamento, ad indagini diagnostiche come radiografie e risonanza magnetica. Tali esami sono in grado di evidenziare eventuali complicanze (fratture ossee, lesioni dei vasi, nervi….). L’esame radiografico andrà poi ripetuto dopo l’intervento di riposizionamento per verificare l’allineamento articolare.

Trattamento e Riabilitazione

Come tutte le “slogature”, anche la lussazione della spalla necessita di un intervento di riduzione (riposizionamento) tempestivo. Tale manovra deve essere eseguita esclusivamente da un medico e spesso viene svolto in anestesia locale per limitare il dolore. Dopo aver riposizionato l’omero nella sua posizione fisiologica il braccio viene immobilizzato tramite un tutore per 20-30gg.

E’ importante già dopo due settimane eseguire regolarmente esercizi di mobilizzazione precoce del polso, della mano, e del gomito.

Il trattamento riabilitativo si differenzia in base all’età del soggetto, alla gravità della lussazione e alla recidiva della patologia. Una lussazione trascurata può causare, con il passare del tempo, dei fenomeni degenerati della cartilagine articolare o comunque compromettere seriamente la funzionalità della spalla (dolore, deficit di forza, alterazioni della sensibilità). Per questo motivo e per contrastare il pericolo di nuovi episodi lussativi nei giovani atleti si procede spesso con un riposizionamento in artroscopia del labro glenoideo e dei legamenti articolari.

Il caso di studio

Veniamo ora al caso della mia cliente.

Si tratta di una donna di 42 anni, la quale a seguito di una caduta laterale sulla spalla destra ha riportato una lussazione posteriore della spalla destra (foto n° 1) e frattura parzialmente scomposta del trochite (foto n° 2).

     

Come primo intervento è stata sottoposta ad una manovra di riposizionamento della testa dell’omero e successivamente il braccio è stato immobilizzato per 40gg.

Dopo 2 giorni e stato richiesta nuova Rx per studio completo della spalla dx al fine di visualizzare meglio la frattura in corso.

Al controllo radiologico dopo un mese viene rilevato un parziale consolidamento della frattura.

Strategia

Seguendo le indicazioni del Sistema RCF, ho iniziato sottoponendo la cliente all’analisi visiva posturale statica e ai test dinamici (mobilità, stabilità, coordinazione), dalla cui analisi complessiva l’ho inquadrata in un livello incluso nei parametri da 0 a 3 (parametri del Sistema RCF).

Determinati i parametri di partenza del soggetto, inizio ad applicare i protocolli di lavoro RCF.

Ho iniziato con il primo protocollo di lavoro, il cui obiettivo era il recupero della mobilità segmentaria tramite esercizi di Joint Mobility da stazione eretta.

Questa fase è durata 2 settimane, con una frequenza di 3 volte a settimana, 1 ora per sessione.

Dopo il decimo giorno di lavoro ho sottoposto di nuovo la cliente ai test dinamici dai quali ho visto che rientrava nei parametri 4 a 6, per cui seguendo le linee guida del RCF, sono passato ad un lavoro di stabilizzazione articolare col Flying Suspension Training e con la Flowbag Sidea pur mantenendo di base un lavoro di mobilità articolare globale col sistema Primitive Functional Movement®.

Conclusioni

Alla fine di queste altre 4 settimane di lavoro la cliente ha quasi totalmente recuperato la mobilità e la stabilità della spalla, iniziando a condizionarne anche la forza nella gestione dei movimenti dell’arto superiore in connessione al tronco e agli arti inferiori.

Da come si può notare dall’ultimo RX si rileva il perfetto allineamento del Trochite.

In conclusione, questo è solo uno dei casi che ho seguito e che sto seguendo col Sistema R.C.F. Riprogrammazione Corporea Funzionale®, a testimonianza di quanto sia realmente efficace.
Ci tengo a precisare che la cliente ha ripristinato la completa funzionalità della spalla lussata in soli 2 mesi di lavoro, quando invece una valutazione di un Fisioterapista al quale si era rivolta precedentemente, le aveva preventivato un recupero del 80% della funzionalità in almeno 4-6 mesi di trattamenti.

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