- 1 - Come mi sono avvicinato alla WTA Academy e cosa mi ha dato in questi anni in ambito professionale
- 2 - La Fisioterapia tradizionale funziona realmente?
- 3 - Curare il problema e non i sintomi
- 4 - Quadro clinico della cliente
- 5 - Valutazione e linee guida di azione
- 6 - Analisi Posturale Statica e Test Motori Dinamici
- 7 - La Programmazione dell'Allenamento
- 8 - I risultati conseguiti
- 9 - In conclusione
- 10 - Il Corso di Formazione Istruttore di RCF (Riprogrammazione Corporea Funzionale)
Come mi sono avvicinato alla WTA Academy e cosa mi ha dato in questi anni in ambito professionale
Ho scoperto la WTA Functional Training Academy quattro anni fa, periodo nel quale avevo un’artrosi bilaterale alle anche che mi avrebbe portato a sottopormi ad un’intervento chirurgico.
Nonostante fossi laureato in Scienze Motorie, è stato grazie agli studi svolti presso la WTA Academy che sono riuscito a migliorare la mia Mobilità Articolare e la mia condizione corporea, al punto da evitare l’intervento chirurgico e risolvere definitivamente i miei problemi fisici.
In questi anni di attività come WTA Trainer grazie al Metodo WTA ho potuto aiutare moltissime persone a ritrovare il proprio benessere fisico.
La Fisioterapia tradizionale funziona realmente?
Un caso particolarmente delicato sul quale ho potuto testare la straordinaria efficacia del Metodo WTA è quello di una mia cliente di 47 anni, Milena.
Preoccupata del suo quadro clinico piuttosto complesso, Milena si mette nelle mani di un centro di fisioterapia per 8 mesi, dove le viene fatto svolgere un protocollo che propone un metodo tradizionale di riabilitazione. Durante l’arco della presunta “riabilitazione” Milena non trova alcun miglioramento e beneficio per il suo corpo dolorante e stanco di provare sempre dolore.
L’allenamento “tradizionale” che le viene proposto si basa su un tipo di lavoro comunemente applicato per risolvere problemi più o meno complessi, come la terapia in acqua e la terapia manuale, accompagnata da un percorso di esercizi che includono elastici e idrokinesiterapia.
Preciso (e ci tengo a farlo) che non voglio insinuare che l’allenamento tradizionale sia sbagliato; vorrei semplicemente dimostrare come una corretta analisi posturale, unita ad un corretto allenamento funzionale che mira a ripristinare i movimenti globali e sinergici di muscoli, articolazioni e soprattutto delle catene mio-fasciali, ha sicuramente un impatto più significativo sia nella risoluzione mirata del problema specifico, che nel miglioramento generale della qualità di vita della persona.
Il mio intento è quello di evidenziare le differenze dei vari metodi utilizzati al fine della risoluzione delle patologie di Milena.
Curare il problema e non i sintomi
Credo fortemente nei principi della WTA Academy, che a mio avviso insegna ciò che è alla base del diventare degli ottimi Trainer e atleti del movimento del corpo umano: la valutazione e il ripristino delle capacità motorie del corpo nella sua globalità.
Ritengo che questo aspetto sia determinante per un semplice motivo: in termini di Movimento, il corpo umano è un insieme di strutture nervose, muscolari, scheletriche e articolari (tendini, legamenti e capsule), che collaborano insieme al fine di portare l’organismo ad uno stato di salute ed efficenza motoria ottimale.
Prendiamo come esempio un sintomo infiammatorio ad una qualsiasi parte del corpo, ad esempio la spalla.
Siamo proprio sicuri che tale problema derivi dalla spalla stessa? Oppure c’è la possibilità che un’anca bloccata, o un’instabilità centrale del corpo, sia la vera causa?
Solo attraverso un’adeguata analisi posturale e biomeccanico-motoria, sarà possibile capire quale è il problema scatenante l’infiammazione alla spalla, e ci permetterà di delineare una strategia realmente efficace.
Seguendo un ben preciso percorso razionale, possiamo comprendere con accurata precisione quale potrebbe essere la vera causa al problema e trovare la soluzione che ponga termine ai sintomi espressi dalla persona.
Quali sono i passi da seguire?
1) Analisi visiva:
a. statica (valutazione posturale, di fronte, di schiena e di fianco dx e sx);
b. dinamica (esecuzione di test di mobilità articolare dei due fulcri motori primari, anche e cingolo scapolare, nei tre piani di movimento nello spazio).
2) Elaborazione dei dati ottenuti in fase di valutazione.
3) Creazione del Programma di Allenamento.
4) Spiegazione ed esecuzione degli esercizi proposti.
5) Cura “maniacale” di ogni schema motorio.
Come Istruttore WTA mi pongo sempre un obiettivo: mettere il cliente al centro del progetto, con il fine di insegnare e far scoprire una visione dell’allenamento completamente differente rispetto a quella alla quale è abituato (allenamento settoriale e unidirezionale tradizionale).
A mio avviso il percorso che istruttore e cliente intraprendono assieme, non deve essere finalizzato esclusivamente alla risoluzione del problema stesso, ma deve essere in grado di instaurare un rapporto duraturo e pieno di fiducia (specie nelle proprie capacità), che possa portare il cliente a fare dell’allenamento uno stile di vita vincente e curativo.
Quadro clinico della cliente
Milena presenta 9 ernie localizzate in:
– C3-C4
– C4-C5
– C5-C6
– T1-T2
– T3-T4
– T12-L1
– L3-L4
– L4-L5
– L5-S1
E’ evidente come il suo quadro clinico non sia certamente dei migliori, e i suoi sintomi di spossatezza e immobilità permanente non hanno trovato miglioramenti con l’esecuzione di programmi di fisioterapia tradizionali ai quali è stata sottoposta per ben 8 mesi!
Soffrendo di cervicalgia e dorsalgia Milena non trova pace nemmeno durante la notte, cosa che le causa una pessima qualità del sonno. Nonostante la giovane età, Milena non è più in grado di muoversi liberamente e soprattutto non ha il piacere di farlo.
Secondo quanto da lei riportato, nelle sedute di fisioterapia le venivano fatti svolgere esercizi classici di potenziamento della spalla tramite bande elastiche e attività fisica in acqua. Svolgeva poi due volte a settimana trattamenti manuali per migliorare la mobilità del collo e della spalla, con l’obiettivo di porre fine al dolore localizzato nella regione sinistra dell’articolazione cervico-scapolare.
In questo articolo vorrei testimoniare come invece, partendo dai sintomi riferiti dal paziente, attraverso l’utilizzo del Sistema RCF (Riprogrammazione Corporea Funzionale) del Metodo WTA, è stato possibile trovare la vera causa del problema e quindi giungere alla sua risoluzione attraverso linee guida ben precise.
Valutazione e linee guida di azione
Il Sistema RCF insegna a valutare l’intero organismo come un tutt’uno e non come la somma di più parti del corpo separate tra loro. Attraverso un’approfondita conoscenza della biomeccanica umana, possiamo capire che per disegnare un protocollo di lavoro opportuno si debba partire da una buona valutazione iniziale del cliente, analizzando una cosa fondamentale: quali blocchi articolari ha e subisce il corpo preso in valutazione.
Proviamo a pensare ad un insieme di forze che generano delle azioni motorie complesse nello spazio che ci circonda. In un caso ideale queste forze andrebbero a creare di certo movimenti sani e privi di errori. Ma quando per i più svariati motivi sopraggiungono una serie di vizi posturali e di errati movimenti quotidiani, si creano tutta una serie di squilibri muscolari e articolari che nel tempo portano ad infiammazioni più o meno importanti, fino ad arrivare a lesioni e limitazioni motorie anche gravi.
L’analisi posturale visiva è la chiave per impostare un corretto lavoro volto al miglioramento del paziente.
È stato impostato un colloquio iniziale in cui si è cercato di capire quali fossero le abitudini quotidiane di Milena e che rapporto avesse con l’allenamento o l’attività fisica in generale.
L’analisi posturale statica mi ha permesso di valutare il corpo in stato di quiete su due piani dello spazio, sagittale e frontale, capendo quali erano i principali problemi della paziente.
L’analisi posturale dinamica mi ha permesso di valutare il corpo in stato di moto, mettendolo a confronto con test fisici che mi hanno illustrato come il corpo si comportasse su tre piani dello spazio: sagittale, frontale e trasverso.
L’ideazione del protocollo di lavoro è avvenuta attraverso l’elaborazione dei dati ottenuti dalle visite fatte in precedenza, sommando i problemi riscontrati in postura statica con i vari blocchi articolari visionati durante la visita posturale dinamica.
La fase finale ci ha permesso di svolgere l’allenamento funzionale programmato, e di valutare e gestire le difficoltà espresse da Milena durante l’attività fisica.
Questo Iter è il riassunto di come andrebbe realmente svolta una rieducazione corporea funzionale di un soggetto che soffre di un determinato problema.
Il Metodo WTA ci permette di essere in grado di svolgere il nostro lavoro come Trainers nel migliore dei modi. Studiando la biomeccanica, la fisiologia, l’anatomia e la biochimica possiamo mettere in pratica un allenamento capace di donare benefici e, soprattutto, di migliorare la vita delle persone che si rivolgono a noi professionisti del settore.
Analisi Posturale Statica e Test Motori Dinamici
In fase di valutazione posturale sono emersi diversi blocchi articolari e uno scarso tono muscolare, che mi hanno fornito indicazioni chiare circa il programma di lavoro da effettuare.
Area Cervicale
Collo inclinato leggermente verso dx e quando avviene una rotazione del collo verso sx avverte nausea. La spalla destra è più alta e presenta gonfiore, l’omero sx è anteposto. Il muscolo Trapezio destro presenta un trofismo maggiore rispetto al sinistro. La scapola sx è abdotta e intra-ruotata.
Area Toracica
Presenta un atteggiamento scoliotico verso sx. Posteriormente si nota che il muscolo del Quadrato dei Lombi sx è più accorciato.
Area Lombare
Le SIPS (spine iliache posteriori superiori) hanno altezza differente e come atteggiamento posturale Milena ha il bacino posto in antiversione.
Durante l’esecuzione dei Test di Mobilità Articolare (Test Motori Dinamici) Milena oltre a riferire forti dolori cervicali e dorsali, ha evidenziato importanti rigidità sia al Cingolo Scapolo-omerale-toracico che al complesso anche-bacino, specie nella catena anteriore, anteriore-crociata e laterale.
La Programmazione dell'Allenamento
Seguendo le linee guida del Sistema RCF, ho impostato il Primo Mesocilco di lavoro di 5 settimane, sull’Area 1 (cingolo superiore del corpo), che prevede anche il coinvolgimento attivo delle anche e della colonna vertebrale.
Oltre a tutti gli esercizi di mobilità articolare a corpo libero, è risultato molto efficace il lavoro col Suspension Training, che ha permesso a Milena di sentirsi più sicura durante i movimenti.
Sono stato facilitato dalla pressochè nulla esperienza che Milena aveva con l’allenamento (non aveva mai svolto nessun tipo di movimento) e non ho riscontrato problemi nell’insegnamento che le veniva fornito.
Dopo il Primo Mesociclo di allenamento Milena è riuscita a migliorare drasticamente le sue qualità, ottenendo benefici sia durante l’allenamento che nell’esecuzione dei movimenti quotidiani.
Come da Sistema RCF, ad ogni fine Mesociclo viene eseguita nuovamente la valutazione posturale dinamica, per avere un riscontro oggettivo sull’andamento del lavoro svolto, riuscendo così a migliorare e utilizzare sempre nuove abilità motorie, che vanno ad incidere su forza, mobilità, propriocezione e tutte le capacità fisiche della persona.
Il Secondo e il Terzo Mesociclo (ciascuno di 5 settimane), sono stati strutturalmente simili al Primo Mesociclo, ma con un progressivo incremento prima del volume di lavoro (Secondo Mesociclo), e poi dell’intensità di lavoro (Terzo Mesociclo).
Siamo andati avanti seguendo le linee guida del Sistema RCF per un totale di 6 Mesocicli di lavoro, al termine del quale è emerso come Milena non solo abbia totalmente eliminato ogni dolore fisico strutturale che la tormentava, ma ha anche creato una struttura muscolare che le permette di gestire meglio le normali attività lavorative e quotidiane. Aspetto questo fondamentale per evitare le ricadute da recidive, e prevenire ulteriori infortuni.
I risultati conseguiti
Ma com’è possibile che una donna di 47 anni si appassioni per la prima volta nella sua vita allo sport, e inizi a prendersi cura del proprio corpo e del proprio benessere?
Esprimo il mio pensiero riguardo un Metodo che porta con sé tanta conoscenza di base e tanto amore nell’insegnare l’attività fisica. Premetto che, per quanto mi riguarda, la cosa principale da trasmettere ai clienti è far capire loro il perché e il come si deve eseguire un determinato esercizio. Credo fortemente che qualsiasi individuo, nel momento in cui è a conoscenza del come, del perché e del quando compiere una determinata azione, si innamori di ciò che fa. Solo così ci può provare piacere a sentirsi migliori ogni giorno.
Ringrazio di cuore l’Accademia WTA per permettere tutto questo, ogni singolo giorno, a tutti i suoi Trainer che quotidianamente operano coi loro clienti.
In conclusione
Concludo sottolineando ancora una volta che curando i blocchi articolari, la coordinazione e la forza, sicuramente contribuiamo a risolvere in maniera decisiva i problemi strutturai e motori che ogni persona porta con sé.
Non possiamo pretendere di trattare tutte le persone nello stesso modo con un approccio tradizionale, che divide il corpo a compartimenti stagni, quando invece il corpo vuole star bene muovendosi come un’unica entità. Non sono esercizi settoriali con gli elastici, né un banale lavoro di idrokisesiterapia che sono in grado di porre rimedio a problemi posturali e biomeccanici che poi portano la persona a soffrire di infiammazioni anche importanti e fortemente limitanti.
Ogni problema deve essere invece ascoltato, valutato e studiato per capire quale sia la sua causa scatenante, analizzando il corpo nella sua globalità, perché questo siamo: un insieme di cellule che collaborano e comunicano per rendere il corpo sempre più efficiente ed efficace. Questa è l’unica via realistica per il ripristino della salute delle persone!