- 1 - Il Karate, una delle mie grandi passioni e attività professionali
- 2 - Il Karate-do tradizionale: un po' di storia...
- 3 - Il Primitive Functional Movement®: una piacevole scoperta
- 4 - Ma come può effettivamente migliorare un Karateka (o un qualsiasi Marzialista) in maniera oggettiva e rappresentabile?
Il Karate, una delle mie grandi passioni e attività professionali
Ho sempre voluto affermarmi e realizzarmi nel mondo dello Sport, e questo mi ha portato a praticare fin da piccolo diversi Sport, in particolare le Arti Marziali e nello specifico il Karate. Questa passione per lo Sport mi ha spinto a specializzarmi nell’insegnamento del Karate (Sensei Karate-Do, 3° Dan di Karate-Do Shotokan, 1° Dan di Ahnan Tomari-Te) e dell’attività fisico-sportiva in genere.
Mi sono laureato in Scienze Motorie e la sete di sapere mi ha sempre spinto a formarmi in maniera approfondita su quello che volevo insegnare. Ad oggi lavoro da 13 anni in questo settore, e ritengo che la formazione per un professionista sia assolutamente una delle carte vincenti. Io ho trovato nella WTA Functional Training Academy la mia dimensione ideale, quella che rispecchia le mie caratteristiche e aspettative di professionalità!
Il Karate-do tradizionale: un po' di storia...
Le Arti Marziali sono legate in maniera indissolubile alla terra e la ricerca della “radice” come punto di carico e scarico. Questa è una delle componenti più importanti della pratica marziale, grazie alla quale è possibile imprimere maggior forza ai colpi, e scaricare la reazione degli stessi al suolo (per ogni azione, corrisponde una reazione uguale e contraria, terza legge della dinamica). Lo stesso discorso vale per i colpi incassati, bloccati o parati, tutto ci porta da accumulare energia, che, ai fini della salute e della sua lungimiranza, deve essere fatta defluire verso il suolo.
Il Karate-do tradizionale deriva da anni di mutamenti, ma la sua origine è cinese. La Cina, dal canto suo, ha sempre approfondito e studiato il corpo umano, soprattutto grazie alla visione Taoista, spinta da un’ incessante curiosità (volendo tracciare un filo conduttore con la nostra cultura occidentale, sarebbe comparabile al Rinascimento, per la sua sete implacabile di arte, scienza, conoscenza e voglia di mettersi in gioco).
Dalla Cina, ad Okinawa, al Giappone, i grandi cambiamenti nel Karate hanno, per forza di cose, lasciato decadere molti aspetti importanti, soffermandosi su altri, utili al momento.
Il Karate dei primi del ‘900, era una disciplina, atta a gestire gruppi di studenti o militari, ricercando la massima prestazione nel combattimento all’ultimo sangue, tralasciando gli aspetti legati alla salute. Tuttavia nella sua matrice originale, il Karate era un mix equilibrato di marzialità e medicina, di combattimento e vitalità, di lotta e sanità. Ne conviene un’applicazione sul corpo umano, basata sulla qualità del Movimento, e sul perfezionamento di quest’ultimo.
Nel Karate-do tradizionale, la Mobilità, la Stabilità, la Coordinazione e di conseguenza la connessione tra le articolazioni, in riferimento al tessuto connettivo-miofasciale, ricoprono un ruolo fondamentale, nonostante ciò, la diffusione di massa avvenuta dopo gli anni 60, ha creato innumerevoli “maestri” e tecnici poco preparati e con conoscenze approssimative, facendo perdere la sostanza e la qualità della componente “fisica” preservando solo le forme (Kata) e il combattimento (Kumite).
Molti istruttori, me compreso, negli anni, hanno dovuto “prendere in prestito” molti di questi elementi dispersi nell’etere, dal Taichi, dallo Yoga e, ovviamente, dal Fitness, in particolare quello a corpo libero (bodyweight training).
Il Primitive Functional Movement®: una piacevole scoperta
Il destino non esiste, secondo i dettami taoisti, e tutto accade per un motivo. Il Master Emilio Troiano, fondatore della WTA Functional Training Academy, è riuscito a costruire un Sistema di Allenamento che è, senza tanti giri di parole, fondamentale, complementare e, ad oggi essenziale, non solo nelle Arti Marziali ma anche nella preparazione atletica di soggetti “fitness” e per atleti agonistici, tale Sistema porta il nome di Primitive Functional Movement®.
Il Primitive Functional Movement® è finalizzato a consolidare le basi di consapevolezza e di Mobilità Articolare, atte a rinforzare le fondamenta di qualsiasi allenamento, fitness o sportivo, fungendo da substrato fondamentale per le Capacità Condizionali, quali la Forza, la Resistenza, la Velocità e la Potenza.
Il Primitive Functional Movement® ha lo scopo di condizionare il Movimento partendo dai 3 fulcri fondamentali del corpo umano, l’anca, il cingolo scapolare e la colonna vertebrale, mediante movimenti su tutti i piani, sagittale, frontale e trasverso.
Anatomia, Fisiologia e Biomeccanica sono la triade su cui si regge questo Sistema, che pone enfasi sullo studio del Movimento lungo le catene mio-fasciali, mediante sequenze più o meno articolate corredate dalle seguenti caratteristiche:
- continuo contattato con il suolo;
- costante attivazione del Core come collegamento dei fulcri motori primari (anche e cingolo scapolare);
- propriocezione e reattività;
- mobilità, stabilità e coordinazione fra le articolazioni;
- fluidità dei movimenti nei tre piani.
Da più di un anno ormai, nelle consuete lezioni settimanali di Karate, inserisco protocolli di lavoro del Sistema Primitive Functional Movement®, con risultati eccezionali, riscontrabili in maniera evidente sia nei bambini che negli adulti.
A partire dalla fase di Warm Up, finendo con quella di Cool Down, le sequenze di Primitive Functional Movement® ci consentono, non solo di centrarci su noi stessi, per ascoltare bene il corpo, ma anche di attivare (e successivamente detensionare) tutte le catene mio-fasciali, fondamentali durante l’allenamento, facendo fluire la lezione con una fisicità decisamente percepita e assodata, un’elasticità poderosa e una stabilità profonda, come si diceva all’inizio del nostro articolo, “radicata”.
La routine cambia di mese in mese andando a coprire tutti gli esercizi del palinsesto della formazione del primo livello del Primitive Functional Movement®, dando spazio agli Esercizi di Joint Mobility e con l’integrazione degli Esercizi di Sovraccarico a corpo libero (nei più piccoli, sotto forma di gioco e attraverso gli “animal flow”) . Mediamente, 15 minuti di Warm Up e 15 minuti di Cool Down.
Ma come può effettivamente migliorare un Karateka (o un qualsiasi Marzialista) in maniera oggettiva e rappresentabile?
In questi anni, ho constatato che costruire muscoli “poco intelligenti” attraverso le macchine isotoniche o con modelli prestabiliti, non porta a nessun risultato, anzi, peggiora notevolmente la situazione fisica di partenza ed incrementando il rischio di infortuni!
Ma grazie al Primitive Functional Movement®, opportunamente calibrato e insegnato, ho potuto raccogliere dei risultati straordinari in un tempo relativamente breve, tra i quali segnalo:
- riduzione pressochè a zero di infortuni muscolari da trauma indiretto e da stress/sovraccarico, e recuperi più veloci da infortuni da trauma diretto o da caduta;
- allungamento di tutta la catena posteriore e miglioramento posturale dovuto ad un’ulteriore apertura della catena anteriore;
- miglioramento delle posizioni statiche per una maggiore risposta delle catene laterali e mediali;
- maggior elasticità nelle tecniche, soprattutto nella fase di ritorno (Hikite e Hikiashi), grazie non solo ad una maggiore mobilità dell’arto che viene slanciato, ma della stabilità della struttura portante (vedi gamba d’appoggio durante le tecniche di Keri);
- consapevolezza delle connessioni per aumentare drasticamente la massa nell’esecuzioni di Waza come pugni, colpi di calcio, colpi di mano, in concomitanza con il potenziamento e il consolidamento delle catene spiraliformi e crociate;
- fantastico riscontro anche nell’umore, il Primitive Functional Movement® diverte, si adatta benissimo all’individuo senza forzare ma lavora in sinergia con il corpo, la mente e lo spirito del karateka, adulto o bambino.